Lo studio Ghibli: la storia
Dal Blog: l'acchiappasogni

L’animazione giapponese sta prendendo sempre più piede nella cultura occidentale e un numero sempre maggiore di appassionati ha la possibilità di apprezzarne le splendide opere.
Risale al 1985 la fondazione di quello che diverrà un colosso nel mondo dell’animazione nipponica, lo Studio Ghibli, apprezzato oramai in tutto il mondo, e del quale non si può parlare senza aver prima presentato in breve due dei suoi maggiori esponenti nonché ideatori: Hayao Miyazaki e Isao Takahata.

Facciamo un passo indietro.
Fu sul finire degli anni ’60 che Hayao Miyazaki e Isao Takahata si conobbero e iniziarono una collaborazione destinata a consolidarsi e a divenire sempre più proficua.
Siamo nel 1965, presso gli studi della Toei Animation. Quest’ultima si trovava a dover fronteggiare una forte crisi: gli animatori protestavano per i ritmi frenetici di lavoro cui erano sottoposti e per l’assenza pressoché totale di libertà di espressione.
Per allentare la tensione venne affidata al portavoce della protesta, Ōtsuka Yasuo, la direzione di una nuova opera di animazione, che sarà La grande avventura del piccolo principe Valiant (1968). Yasuo scelse Isao Takahata in qualità di regista, alla sua prima esperienza di regia cinematografica, mentre al giovane Hayao Miyazaki venne affidata la cura di scenografia e di parte dell’animazione. L’intento era quello di realizzare un’opera matura, che elevasse l’animazione a prodotto per adulti e prendesse le distanze dall’essere mero intrattenimento infantile. Questo si scontrava con gli interessi dell’azienda, la quale ridusse man mano l’ini