Il mistero del manoscritto di Voynich

Si tratta di uno dei libri più misteriosi al mondo, risalente, secondo la datazione al radiocarbonio, al XV secolo, e attualmente custodito presso la Biblioteca Beinecke di manoscritti e libri rari dell’Università di Yale negli Stati Uniti.
È un codice illustrato, privo di titolo e di riferimenti all’autore, che presenta un’alternanza di parti scritte, in una lingua non ancora decifrata e non assimilabile a nessuno degli idiomi esistenti, e parti illustrate di difficile interpretazione.

LA STORIA
Il nome deriva da un certo Wilfrid Voynich, antiquario e mercante di libri rari, che lo ritrovò nel 1912 presso la biblioteca del collegio gesuita di Villa Mondragone, vicino Frascati. Le precedenti notizie relative al volume sono di tre secoli più antiche e riconducono a Rodolfo II d’Asburgo, imperatore e noto alchimista, che acquistò il manoscritto a una cifra estremamente elevata da John Dee, un mago ed esoterista inglese, il quale, a sua volta, lo ebbe dalla famiglia del duca di Northumberland, che, pare, lo avesse prelevato da un monastero inglese durante il regno di Enrico VIII. Il manoscritto passò poi all’esperto di libri antichi Hans Peter Kraus, il quale lo cedette all’Università di Yale, che lo conserva tuttora con il numero di inventario "MS 408".
DESCRIZIONE
Le dimensioni del manoscritto di Voynich sono abbastanza contenute, con una larghezza di 16 cm, un’altezza di 22 cm e uno spessore di 5 cm. I fogli, in pergamena di vitello, dovevano essere originariamente 116, suddivisi in 20 fascicoli, ma 14 sono andati perduti. Alcuni fogli, di dimensioni maggiori, sono ripiegati internamente.